Calcio
L'OPINIONE - Sacchi: "Inter, Chivu non è una scommessa, ma la società lo deve aiutare con il mercato"
03.08.2025 00:24 di Redazione

Arrigo Sacchi, ex c.t. della Nazionale italiana, scrive sulle colonne de La Gazzetta dello Sport: "Chivu non è una scommessa azzardata. Dopo il suo ingaggio da parte dell’Inter ho spesso letto e ascoltato questa definizione, che non mi trova completamente d’accordo. Una scommessa comporta un inevitabile rischio, e allora tutti gli allenatori sono scommesse, mica soltanto Chivu. Chi può sapere come andrà la stagione? Soltanto un mago. Credo, invece, che i dirigenti nerazzurri abbiano scelto Chivu ragionando sui pro e sui contro che questa decisione comportava (e comporta). È vero che ha avuto una sola esperienza su una panchina di Serie A, nello scorso campionato, al Parma: tredici partite in tutto. Ma è altrettanto vero che se uno non viene testato non si potrà mai dire se funziona oppure no. A me sembra che Chivu, dato quello che ha mostrato a Parma dove ha salvato la squadra dando un’identità precisa di gioco e un’organizzazione in pochissimo tempo, sia pronto per il grande salto. Ora il ruolo più difficile non ce l’ha Chivu, ma la società. Mi spiego: al tecnico serve il sostegno dei dirigenti che devono aiutarlo nei momenti di difficoltà, proteggendolo dalle inevitabili polemiche, e devono costruirgli la squadra che lui ha in mente, andando a reperire sul mercato quegli elementi che ancora mancano".

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L'OPINIONE - Sacchi: "Inter, Chivu non è una scommessa, ma la società lo deve aiutare con il mercato"

di Napoli Magazine

03/08/2025 - 00:24

Arrigo Sacchi, ex c.t. della Nazionale italiana, scrive sulle colonne de La Gazzetta dello Sport: "Chivu non è una scommessa azzardata. Dopo il suo ingaggio da parte dell’Inter ho spesso letto e ascoltato questa definizione, che non mi trova completamente d’accordo. Una scommessa comporta un inevitabile rischio, e allora tutti gli allenatori sono scommesse, mica soltanto Chivu. Chi può sapere come andrà la stagione? Soltanto un mago. Credo, invece, che i dirigenti nerazzurri abbiano scelto Chivu ragionando sui pro e sui contro che questa decisione comportava (e comporta). È vero che ha avuto una sola esperienza su una panchina di Serie A, nello scorso campionato, al Parma: tredici partite in tutto. Ma è altrettanto vero che se uno non viene testato non si potrà mai dire se funziona oppure no. A me sembra che Chivu, dato quello che ha mostrato a Parma dove ha salvato la squadra dando un’identità precisa di gioco e un’organizzazione in pochissimo tempo, sia pronto per il grande salto. Ora il ruolo più difficile non ce l’ha Chivu, ma la società. Mi spiego: al tecnico serve il sostegno dei dirigenti che devono aiutarlo nei momenti di difficoltà, proteggendolo dalle inevitabili polemiche, e devono costruirgli la squadra che lui ha in mente, andando a reperire sul mercato quegli elementi che ancora mancano".