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VIDEO DIRETTA – Napoli, ecco la presentazione del nuovo allenatore Rudi Garcia: "Il sogno è vincere trofei", ADL: "L'obiettivo è provare a ripeterci"
19.06.2023 18:06 di Redazione

NAPOLI - Presso il Salone delle Feste del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli si è svolta la presentazione del neo allenatore del Napoli, Rudi Garcia. Presenti anche il patron azzurro, Aurelio De Laurentiis, e Sylvain Bellenger, direttore del Museo di Capodimonte. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".

 

 

Sylvain Bellenger, Direttore del Museo di Capodimonte: “Benvenuti a Capodimonte, perché la scelta di questo luogo? Abbiamo pensato che un motivo potesse essere perché abbiamo fatto campi di calcio, altra ipotesi è perché c’è un legame tra arte e calcio. Il calcio è arte del balletto, gioco di scacchi, della strategia, forza fisica, grazia. Mi hanno chiesto quale quadro si possa associare a Garcia. Ho risposto che Garcia non è un’opera d’arte ma un artista, i giocatori sono opere d’arte. Devo pensare ad un artista. Sono 15 giorni che l’ambasciatore di Francia ha piantato una magnolia per sottolineare l’amicizia tra Napoli e Francia. Abbiamo una mostra, 'Napoli a Parigi', il Louvre invita Capodimonte, abbiamo scelto 70 opere per rappresentare Napoli e Capodimonte. E’ un anno fortunato per noi. Il Napoli, lo scudetto, la mostra ha comunicato al mondo un Napoli vincitore, di alta cultura, di grande talento e non tutti i problemi che sono stereotipi che ci massacrano. Presidente, grazie per averci scelto”.

 


Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli: “La lingua napoletana è una contrazione del francese. Questo è un posto regale, è un augurio di continuazione, perchè il Napoli in maniera regale col nuovo allenatore possa procedere negli anni a venire. Saluto il nostro prefetto Palomba, qui presente, grande amico del Napoli. Ringrazio Parlati del centro Rai di Napoli che è sempre affettuosamente a supporto delle nostre imprese. Che obiettivo mi sono posto? L’ho già detto, mi auguro che lo scudetto sia stato un fatto iniziatico che avevamo cercato di anticipare negli anni precedenti. Finalmente, ce l’abbiamo fatta e speriamo non sia solo un caso ma l’inizio di un percorso che una città come Napoli e i tifosi del Napoli meritano. Adesso il nostro obiettivo è di provare a ripeterci. Garcia è arrivato in semifinale di Champions, basterebbe arrivare in finale e poi uno se la gioca, io ci metterei la firma. Perché Garcia? Non ho dato un casting lungo, l’ho dato in pasto a voi così vi siete scervellati in un gioco simpatico. Io mi sono dedicato per tre settimane alla organizzazione della festa scudetto, Parlati ne è stato testimone, siamo stati negli uffici a preparare la scaletta con gli autori. C’era un cambio al vertice della Rai, abbiamo dovuto produrre noi e dare in licenza il segnale. E’ stato tutto un generoso dare alla città che lo meritava perché non ci sembrava che la festa iniziata con Napoli-Fiorentina fosse sufficiente. Sulla Rai sono stati raggiunti due milioni di media di telespettatori e si è sfiorato al Sud il 30% di share, non è poco, ci è piaciuto molto e vogliamo ripeterlo negli anni prossimi. Il 5 giugno ho cominciato a pensare al nuovo allenatore. In 11 giorni, ho cominciato a vedere la mappa di quella che avevo dato in pasto a voi e ho cominciato a selezionare chi giocava con successo col 4-3-3, perché molti avevano altri moduli e allora per me era fondamentale mantenere l’assetto dei calciatori che avevamo, non dobbiamo cambiare la squadra e nella mia verifica aver visto che Rudi a Roma era arrivato per due volte secondo, e che addirittura il primo anno aveva iniziato con 10 vittorie consecutive, ho detto, fa al caso nostro. Poi ho visto che col Lione aveva sfiorato qualcosa di importante in Champions, sapete quanto io ci tenga alla Champions League, non perché creda in un torneo al quale sono contrario, dissi a Agnelli che la Superlega è sbagliata come la Champions e l’Europa League sono sbagliate ed è sbagliatissima la Conference League ma la Uefa ha bisogno di attestati continui per essere rieletti. Non posso essere da solo per modificare quello che si è incrostato nel sistema, ma la Champions è un parterre che mi permette di ampliare il brand Napoli nel mondo. Giochiamo sull’innovazione, per lo sponsor tecnico non ci ho pensato due secondi a cambiare anche questo aspetto, cerchiamo di cambiare il calcio ma non è facile, perché bisognerebbe cambiare il cervello di troppe persone. Se ho detto a Garcia che resta Osimhen? Ho detto da tempo che Osimhen deve rimanere, poi se arrivasse una offerta irrinunciabile per quanto riguarda la salute del Napoli che riguarda tutti, vedremo e valuteremo. Che Napoli sarà? Con Osimhen non mi sono sbagliato, con Garcia ho deciso dal 4 al 15 giugno, in 11 giorni vedersi a cena, scrivere i contratti, i nostri contratti sono complessi e lunghi, farglieli digerire, firmarceli, venire qui, da parte mia c’è tutto lo slancio di un nuovo inizio, tutta la consapevolezza di una fiducia immensa perché l’uomo ha già dato, non deve dimostrare a Napoli chi è. Dobbiamo stare tutti calmi, lasciarlo lavorare senza mettergli ansia, fretta, limiti e poi c’è una bellissima canzone che dice 'sarà quel che sarà'. Cosa mi ha colpito di Garcia? La sua spontaneità, la sua immediatezza. Sembrava che noi ci fossimo conosciuti da tempo e sembrava che ci fossimo già incontrati nel passato, idealmente parlando. Mi sono trovato in un meccanismo oliato, senza difficoltà ma solo la razionalità di illustrare ai suoi avvocati quello che ci chiedevano. Con lui c’è stata una cordialissima e immediata intesa. Sono nato il 24 maggio, lui era ancora sotto l’influenza del segno dei Gemelli, sentivo che era la scelta giusta. In Garcia non ho trovato diffidenze né ho visto dei dubbi e questo mi ha reso felice della scelta. Sembrava quasi che ci fossimo incontrati in maniera naturale. Con Osimhen abbiamo già parlato prima della festa del Napoli, quindi con lui siamo d’accordo in linea di massima nel prolungamento di ulteriori due anni di contatto. Per quanto riguarda gli altri giocatori, dovremo vedere e studiare con Rudi anche perché, voi sapete come la penso, sono convinto che la preparazione nei ritiri sia fondamentale, quindi noi abbiamo rifiutato di andare a fare il Gamper col Barcellona, abbiamo rifiutato di andare a Manchester col Manchester United. Stiamo rifiutando molte proposte per rimanere dal 28 al 12 agosto, stiamo interpellando squadre internazionali per farle venire a Castel di Sangro per evitare di partire, giocare e rientrare. Poiché durante quel periodo ci si deve imballare, mettere molta benzina o nafta dentro i vari meccanismi, perché si possa durare il più a lungo possibile, non avere una sfiammata nei primi 10 incontri ma avere la possibilità di una durata per tutto il campionato. E’ importantissimo allenarci come si deve in questi due ritiri e durante quel periodo, abbiamo già cominciato a costruire. I contratti c'entrano poco, servono per le penali semmai, ma se a un certo punto chiedo se si vuol far parte della gloria del Napoli o se si vuole andare in altre situazioni, dopo aver vinto un campionato dopo 33 anni di attesa, la sazietà ti può giocare un brutto scherzo, ma se ho un allenatore nuovo che sa suonare le corde di quel violino facendolo diventare uno Stradivari e facendo un’operazione su ogni singolo... Io faccio sempre un discorso ai calciatori: da un lato siete dei lavoratori dipendenti, dall’altro lato siete aziende, volete minimizzare il valore di quello che siete? Se non vi impegnate il vostro ranking cala, quindi un nuovo allenatore non può che cercare di riportarli alla dura realtà del lavoro quotidiano, dell’impegno, del rispetto, di una bandiera. Lobotka ce l’abbiamo fino al 2028, è un caposaldo importantissimo. In squadra non possono giocare tutte le 55 partite, è chiaro che servono anche delle sostituzioni, riguardo la mia competitività non è cambiato nulla. E’ difficile quando tu per una quarantina di Natali, prima con i vari “Amici Miei”, poi con Nuti e “Donne con le Gonne”, poi con “Qua la mano” e altri movie, poi abbiamo imboccato la strada delle vacanze di Natale, mi sono divertito a finanziare anche film che venivano proiettati all’estero. 'Il Cacciatore di Aquiloni', non ci credeva nessuno. La competitività in casa De Laurentiis è sempre stato un condimento naturale, più le cose sono complicate, più ci eccitano. La situazione si complica dopo la vittoria dello scudetto, c’è l’Europa, ma non basta, c’è da cambiare il calcio e tante cose nel mondo che non funzionano. Mi hanno chiesto perchè non entro in politica, ma a me piace il mondo dei contenuti e in politica non sei libero di combinare i fattori della produzione in maniera industriale, la politica è il gioco del compromesso e io non sono l’uomo del compromesso. Ieri vedevo Croazia-Spagna e vedevo l’attaccamento alla maglia di Modric che a 38 anni si è fatto tutta la partita, i supplementari e ha segnato ai rigori un gol meraviglioso”.

 

Rudi Garcia, allenatore del Napoli: “Il primo regalo è essere qui con voi e stare a Napoli. La cosa bella che arriva da me e dal presidente sono le ambizioni. Vorrei salutare i tifosi per la loro accoglienza, fare i complimenti al Presidente, alla sua squadra, che sarà la mia tra poco, per quello che hanno fatto l’anno scorso. Quando sono arrivato in città, ho visto tutte queste bandiere e striscioni, mi sono reso conto che la città è molto fiera della squadra e il mio obiettivo è che questa cosa succeda ancora nel futuro. Quando inizio una competizione, la gioco per vincerla. Il presidente ha messo un’asticella molto alta, ci sono tanti club competitivi, ma io non è che non sogno, quindi il sogno è vincere trofei. Sono qua per questa cosa, l’ha detto il presidente. E' bellissimo vincere lo scudetto dopo 33 anni, ma il Napoli ogni anno deve giocare in Champions ed essere una squadra importante come nella stagione scorsa. Non ho paura di niente, se non, come tutti, per i problemi di salute. Ho fatto i complimenti per la rosa dei calciatori. Questa vittoria deve dare fiducia ad ognuno di loro, ma quando si comincerà la nuova stagione riparte tutto da zero. E’ molto difficile dire che senza fare sforzi, senza sudore, senza il collettivo della squadra si può arrivare a grandi traguardi. I giocatori devono anche dimenticare quello che hanno fatto. Questa fiducia deve servire a restare umili e ad avere ambizioni. Mi è piaciuto aver visto una squadra, non solo singoli, ma una squadra che giocava bene e soprattutto difendeva tutti insieme. La rosa è ampia e questo è importante, la cosa che mi ha rassicurato, ritorno su questo argomento, è che il presidente è ambizioso, vuol dire che mi darà una squadra di qualità e penso che così possiamo continuare a divertire i tifosi. Le mie squadre attaccano, fanno gol, fanno di tutto per gestire la gara e avere possesso palla e fare un gol in più dell’avversario, lasciatemi lavorare coi miei calciatori e poi quando si parte, si parte a bomba. Spero di essere un Garcia con più esperienza, è un piacere tornare in Italia, arrivare nel Sud, a Napoli, non vedo l’ora di scoprire la città, forse metto baffi e cappello, non so! E’ vero che in questo mestiere lasci persone e amici dove sei passato ma ne incontri delle nuove ed è il bello della vita. Bisogna dare il meglio, lo so fare e lo farò. Sfida bollente? Qualsiasi allenatore si siede sulla panchina del Napoli, sa che il compito è alto, quando si è vinto scudetto, per fare meglio devi ripeterti e non è facile anche se i giocatori hanno in mente che devono dare di più. Non vado a rivoluzionare tutto, vediamo se la squadra somiglia a quella dell’anno scorso, se è così non cambierò tante cose, ma metterò il mio tocco. Abbiamo parlato del 4-3-3, ho vinto al Lille, sono arrivato secondo alla Roma col 4-3-3, poi ho usato anche altri modi di gioco. Lo dico perché l’allenatore si deve adeguare alla rosa, va trovato il modulo giusto, il 4-3-3 sembra vada come un guanto a questa rosa, ma ci sono anche le analisi video, la squadra deve anche saper cambiare gioco durante la partita, voglio che i miei giocatori abbiano una cultura tattica importante per sorprendere l’avversario. Voglio dei giocatori intelligenti che possono vincere senza essere sempre sul Piano A. Cosa fare per rimanere in alto? Serve la voglia, così saremo una squadra tosta. Dobbiamo essere attenti sul piano psicologico, perchè quando vinci ti puoi addormentare un po’, ma ci sono io a dar la sveglia e a farli crescere ancora, lo farò lavorando in questa bella piazza. Non so fare altro che lavorare col mio gruppo, col mio staff e fare in modo che la squadra sia competitiva. Faremo questa cosa. Anguissa? L’ho fatto esordire io a Marsiglia, è un po’ 'il mio piccolo' anche se è una montagna fisicamente, sono molto contento di ritrovarlo, ha fatto un salto di qualità da quando è andato via dal Marsiglia, era molto giovane. E’ andato in Inghilterra, in Spagna e adesso con questa stagione in cui ha dimostrato di essere un uomo importante sul campo e nello spogliatoio, l’ho lasciato da almeno 5 anni, è un altro Frank e sono contento di ritrovarlo. Sa che forse sarò ancora più esigente con lui, perché lo conosco bene, so che può ancora migliorare. E’ un piacere ritrovarlo. In finale di Champions League, in finale di Europa League e in finale di Conference League ci sono state quest'anno tre squadre italiane: il calcio italiano è tornato in alto in Europa e nel mondo, è una bellissima cosa. Speriamo di portare in alto in Europa ancora i colori del Napoli l’anno prossimo. Per me è molto importante il progetto sportivo che ho sposato qui, volevo solo essere sicuro che il presidente volesse ancora vincere trofei e avere una squadra competitiva. Non ho avuto bisogno di fare delle domande al Presidente. Sono nel calcio da un po’ di tempo. Potrebbe essere che un giocatore ha un’offerta che non si può rinunciare e se ne va, ma nessun giocatore è insostituibile, ho fiducia nel presidente ma anche nel settore tecnico del Napoli, la sua cellula di mercato lavora tanto bene, ci sono alcuni giocatori che hanno fatto benissimo e che quasi nessuno a inizio stagione conosceva, lavoreremo insieme e faremo di tutto per fare una bella squadra. Balzaretti? Non era solo un giocatore di talento, ma un uomo di qualità e ha una bella anima, quindi non solo il gioco, la strategia, ma anche lo spirito di squadra è molto importante. Spero di trovare un gruppo, ma ne sono sicuro, per aver vinto lo scudetto può essere solo un gruppo unito che ha la fede. Questa cosa la devo tenere sul fuoco e farla vivere. La voglia di vincere ti fa scalare montagne. Se c’è un calciatore nel Napoli simile a Gervinho? Sono stato sostituito da Spalletti a Roma, arrivo a Napoli dopo di lui. Ci sono già in rosa giocatori come Gervinho, mi serve tempo di scoprire gli uomini dietro i giocatori. Non vedo l’ora di conoscerli meglio e sapere su che tasto devo spingere per motivare ognuno di loro, ma il talento c’è. Stiamo già lavorando sulla squadra, vediamo chi resta, chi potrebbe partire e come migliorare la squadra. Sono bei ricordi ma il tempo è passato e non vedo l’ora di iniziare a lavorare. Ogni singolo dell’11 che inizia è sempre importante, ma per me il cuore del mio gioco è sempre stato il centrocampo, anche la forza della squadra del Napoli che ha vinto lo scudetto era anche questa. Questa rosa ha anche dei giocatori forti che ti danno a te allenatore, da quando abbiamo 5 cambi possibili, soluzioni dalla panchina, è molto importante. Lobotka è un giocatore fantastico, mi auguro di trovare ancora in questo reparto giocatori che giocano in possesso palla ma anche che difendono subito quando l’avversario la recupera e su questo ho visto sempre gli 11 giocatori che correvano. In tante squadre ci sono una o due superstar, il bello del Napoli è che ognuno corre e il mio compito e che continuino a farlo con la palla e senza. Se ho in mente un claim? Io rispondo solo con valori, ho valori e questa squadra li deve mettere in campo: ambizione, lavoro, c'è il talento che fa differenza, ma si gioca in 11 e la rosa è di 25. Ogni giocatore è molto importante, ci sono i big, ma il giovane che arriva pure è molto importante per avere questa voglia di essere della squadra del Napoli, un senso d’appartenenza. E’ molto importante perché nel calcio attuale non ci sono giocatori che hanno iniziato e finiscono nello stesso club la carriera, ma per me è sempre importante la maglia che vesti e lo stemma sul cuore. Lo stemma, il colore della maglia e la maglia in se stessa va rispettata e bisogna dare il meglio per questo. Lasciare o togliere le bandiere in città? Il cuore dei napoletani oggi è orgoglioso e lo possono essere, raggiunge questo senso d’appartenenza, lo scudetto è stato vinto. Il presidente ha preso la squadra dalla Serie C, il club è del presidente, della squadra e dei tifosi. Giocare a Napoli è tosto, il tifo è molto importante, spinge la squadra e incide sul risultato, faremo di tutto per avere i tifosi dietro di noi e farli divertire. Lo scudetto dà più carica, sarà molto bello portare in giro la maglia dei Campioni d’Italia. Il mio compito è di essere all’altezza di questo col mio staff e con i miei giocatori. Nel club ci sono persone dello staff di qualità, ho lavorato a Roma con l’analyst video, faremo in modo di avere le competenze che già ci sono nel club e tre miei assistenti. Lo staff è molto importante, penso che siamo più forti pensando a più persone che a me stesso. Ho la guida della squadra, ma lo staff è molto importante per conoscere le squadre avversarie e anche la propria squadra. Sono sicuro che faremo un buon lavoro, che deve essere finalizzato ad avere risultati. Punteremo ad avere questo risultato”.

 

Rosa Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

 

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19/06/2023 - 18:06

NAPOLI - Presso il Salone delle Feste del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli si è svolta la presentazione del neo allenatore del Napoli, Rudi Garcia. Presenti anche il patron azzurro, Aurelio De Laurentiis, e Sylvain Bellenger, direttore del Museo di Capodimonte. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".

 

 

Sylvain Bellenger, Direttore del Museo di Capodimonte: “Benvenuti a Capodimonte, perché la scelta di questo luogo? Abbiamo pensato che un motivo potesse essere perché abbiamo fatto campi di calcio, altra ipotesi è perché c’è un legame tra arte e calcio. Il calcio è arte del balletto, gioco di scacchi, della strategia, forza fisica, grazia. Mi hanno chiesto quale quadro si possa associare a Garcia. Ho risposto che Garcia non è un’opera d’arte ma un artista, i giocatori sono opere d’arte. Devo pensare ad un artista. Sono 15 giorni che l’ambasciatore di Francia ha piantato una magnolia per sottolineare l’amicizia tra Napoli e Francia. Abbiamo una mostra, 'Napoli a Parigi', il Louvre invita Capodimonte, abbiamo scelto 70 opere per rappresentare Napoli e Capodimonte. E’ un anno fortunato per noi. Il Napoli, lo scudetto, la mostra ha comunicato al mondo un Napoli vincitore, di alta cultura, di grande talento e non tutti i problemi che sono stereotipi che ci massacrano. Presidente, grazie per averci scelto”.

 


Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli: “La lingua napoletana è una contrazione del francese. Questo è un posto regale, è un augurio di continuazione, perchè il Napoli in maniera regale col nuovo allenatore possa procedere negli anni a venire. Saluto il nostro prefetto Palomba, qui presente, grande amico del Napoli. Ringrazio Parlati del centro Rai di Napoli che è sempre affettuosamente a supporto delle nostre imprese. Che obiettivo mi sono posto? L’ho già detto, mi auguro che lo scudetto sia stato un fatto iniziatico che avevamo cercato di anticipare negli anni precedenti. Finalmente, ce l’abbiamo fatta e speriamo non sia solo un caso ma l’inizio di un percorso che una città come Napoli e i tifosi del Napoli meritano. Adesso il nostro obiettivo è di provare a ripeterci. Garcia è arrivato in semifinale di Champions, basterebbe arrivare in finale e poi uno se la gioca, io ci metterei la firma. Perché Garcia? Non ho dato un casting lungo, l’ho dato in pasto a voi così vi siete scervellati in un gioco simpatico. Io mi sono dedicato per tre settimane alla organizzazione della festa scudetto, Parlati ne è stato testimone, siamo stati negli uffici a preparare la scaletta con gli autori. C’era un cambio al vertice della Rai, abbiamo dovuto produrre noi e dare in licenza il segnale. E’ stato tutto un generoso dare alla città che lo meritava perché non ci sembrava che la festa iniziata con Napoli-Fiorentina fosse sufficiente. Sulla Rai sono stati raggiunti due milioni di media di telespettatori e si è sfiorato al Sud il 30% di share, non è poco, ci è piaciuto molto e vogliamo ripeterlo negli anni prossimi. Il 5 giugno ho cominciato a pensare al nuovo allenatore. In 11 giorni, ho cominciato a vedere la mappa di quella che avevo dato in pasto a voi e ho cominciato a selezionare chi giocava con successo col 4-3-3, perché molti avevano altri moduli e allora per me era fondamentale mantenere l’assetto dei calciatori che avevamo, non dobbiamo cambiare la squadra e nella mia verifica aver visto che Rudi a Roma era arrivato per due volte secondo, e che addirittura il primo anno aveva iniziato con 10 vittorie consecutive, ho detto, fa al caso nostro. Poi ho visto che col Lione aveva sfiorato qualcosa di importante in Champions, sapete quanto io ci tenga alla Champions League, non perché creda in un torneo al quale sono contrario, dissi a Agnelli che la Superlega è sbagliata come la Champions e l’Europa League sono sbagliate ed è sbagliatissima la Conference League ma la Uefa ha bisogno di attestati continui per essere rieletti. Non posso essere da solo per modificare quello che si è incrostato nel sistema, ma la Champions è un parterre che mi permette di ampliare il brand Napoli nel mondo. Giochiamo sull’innovazione, per lo sponsor tecnico non ci ho pensato due secondi a cambiare anche questo aspetto, cerchiamo di cambiare il calcio ma non è facile, perché bisognerebbe cambiare il cervello di troppe persone. Se ho detto a Garcia che resta Osimhen? Ho detto da tempo che Osimhen deve rimanere, poi se arrivasse una offerta irrinunciabile per quanto riguarda la salute del Napoli che riguarda tutti, vedremo e valuteremo. Che Napoli sarà? Con Osimhen non mi sono sbagliato, con Garcia ho deciso dal 4 al 15 giugno, in 11 giorni vedersi a cena, scrivere i contratti, i nostri contratti sono complessi e lunghi, farglieli digerire, firmarceli, venire qui, da parte mia c’è tutto lo slancio di un nuovo inizio, tutta la consapevolezza di una fiducia immensa perché l’uomo ha già dato, non deve dimostrare a Napoli chi è. Dobbiamo stare tutti calmi, lasciarlo lavorare senza mettergli ansia, fretta, limiti e poi c’è una bellissima canzone che dice 'sarà quel che sarà'. Cosa mi ha colpito di Garcia? La sua spontaneità, la sua immediatezza. Sembrava che noi ci fossimo conosciuti da tempo e sembrava che ci fossimo già incontrati nel passato, idealmente parlando. Mi sono trovato in un meccanismo oliato, senza difficoltà ma solo la razionalità di illustrare ai suoi avvocati quello che ci chiedevano. Con lui c’è stata una cordialissima e immediata intesa. Sono nato il 24 maggio, lui era ancora sotto l’influenza del segno dei Gemelli, sentivo che era la scelta giusta. In Garcia non ho trovato diffidenze né ho visto dei dubbi e questo mi ha reso felice della scelta. Sembrava quasi che ci fossimo incontrati in maniera naturale. Con Osimhen abbiamo già parlato prima della festa del Napoli, quindi con lui siamo d’accordo in linea di massima nel prolungamento di ulteriori due anni di contatto. Per quanto riguarda gli altri giocatori, dovremo vedere e studiare con Rudi anche perché, voi sapete come la penso, sono convinto che la preparazione nei ritiri sia fondamentale, quindi noi abbiamo rifiutato di andare a fare il Gamper col Barcellona, abbiamo rifiutato di andare a Manchester col Manchester United. Stiamo rifiutando molte proposte per rimanere dal 28 al 12 agosto, stiamo interpellando squadre internazionali per farle venire a Castel di Sangro per evitare di partire, giocare e rientrare. Poiché durante quel periodo ci si deve imballare, mettere molta benzina o nafta dentro i vari meccanismi, perché si possa durare il più a lungo possibile, non avere una sfiammata nei primi 10 incontri ma avere la possibilità di una durata per tutto il campionato. E’ importantissimo allenarci come si deve in questi due ritiri e durante quel periodo, abbiamo già cominciato a costruire. I contratti c'entrano poco, servono per le penali semmai, ma se a un certo punto chiedo se si vuol far parte della gloria del Napoli o se si vuole andare in altre situazioni, dopo aver vinto un campionato dopo 33 anni di attesa, la sazietà ti può giocare un brutto scherzo, ma se ho un allenatore nuovo che sa suonare le corde di quel violino facendolo diventare uno Stradivari e facendo un’operazione su ogni singolo... Io faccio sempre un discorso ai calciatori: da un lato siete dei lavoratori dipendenti, dall’altro lato siete aziende, volete minimizzare il valore di quello che siete? Se non vi impegnate il vostro ranking cala, quindi un nuovo allenatore non può che cercare di riportarli alla dura realtà del lavoro quotidiano, dell’impegno, del rispetto, di una bandiera. Lobotka ce l’abbiamo fino al 2028, è un caposaldo importantissimo. In squadra non possono giocare tutte le 55 partite, è chiaro che servono anche delle sostituzioni, riguardo la mia competitività non è cambiato nulla. E’ difficile quando tu per una quarantina di Natali, prima con i vari “Amici Miei”, poi con Nuti e “Donne con le Gonne”, poi con “Qua la mano” e altri movie, poi abbiamo imboccato la strada delle vacanze di Natale, mi sono divertito a finanziare anche film che venivano proiettati all’estero. 'Il Cacciatore di Aquiloni', non ci credeva nessuno. La competitività in casa De Laurentiis è sempre stato un condimento naturale, più le cose sono complicate, più ci eccitano. La situazione si complica dopo la vittoria dello scudetto, c’è l’Europa, ma non basta, c’è da cambiare il calcio e tante cose nel mondo che non funzionano. Mi hanno chiesto perchè non entro in politica, ma a me piace il mondo dei contenuti e in politica non sei libero di combinare i fattori della produzione in maniera industriale, la politica è il gioco del compromesso e io non sono l’uomo del compromesso. Ieri vedevo Croazia-Spagna e vedevo l’attaccamento alla maglia di Modric che a 38 anni si è fatto tutta la partita, i supplementari e ha segnato ai rigori un gol meraviglioso”.

 

Rudi Garcia, allenatore del Napoli: “Il primo regalo è essere qui con voi e stare a Napoli. La cosa bella che arriva da me e dal presidente sono le ambizioni. Vorrei salutare i tifosi per la loro accoglienza, fare i complimenti al Presidente, alla sua squadra, che sarà la mia tra poco, per quello che hanno fatto l’anno scorso. Quando sono arrivato in città, ho visto tutte queste bandiere e striscioni, mi sono reso conto che la città è molto fiera della squadra e il mio obiettivo è che questa cosa succeda ancora nel futuro. Quando inizio una competizione, la gioco per vincerla. Il presidente ha messo un’asticella molto alta, ci sono tanti club competitivi, ma io non è che non sogno, quindi il sogno è vincere trofei. Sono qua per questa cosa, l’ha detto il presidente. E' bellissimo vincere lo scudetto dopo 33 anni, ma il Napoli ogni anno deve giocare in Champions ed essere una squadra importante come nella stagione scorsa. Non ho paura di niente, se non, come tutti, per i problemi di salute. Ho fatto i complimenti per la rosa dei calciatori. Questa vittoria deve dare fiducia ad ognuno di loro, ma quando si comincerà la nuova stagione riparte tutto da zero. E’ molto difficile dire che senza fare sforzi, senza sudore, senza il collettivo della squadra si può arrivare a grandi traguardi. I giocatori devono anche dimenticare quello che hanno fatto. Questa fiducia deve servire a restare umili e ad avere ambizioni. Mi è piaciuto aver visto una squadra, non solo singoli, ma una squadra che giocava bene e soprattutto difendeva tutti insieme. La rosa è ampia e questo è importante, la cosa che mi ha rassicurato, ritorno su questo argomento, è che il presidente è ambizioso, vuol dire che mi darà una squadra di qualità e penso che così possiamo continuare a divertire i tifosi. Le mie squadre attaccano, fanno gol, fanno di tutto per gestire la gara e avere possesso palla e fare un gol in più dell’avversario, lasciatemi lavorare coi miei calciatori e poi quando si parte, si parte a bomba. Spero di essere un Garcia con più esperienza, è un piacere tornare in Italia, arrivare nel Sud, a Napoli, non vedo l’ora di scoprire la città, forse metto baffi e cappello, non so! E’ vero che in questo mestiere lasci persone e amici dove sei passato ma ne incontri delle nuove ed è il bello della vita. Bisogna dare il meglio, lo so fare e lo farò. Sfida bollente? Qualsiasi allenatore si siede sulla panchina del Napoli, sa che il compito è alto, quando si è vinto scudetto, per fare meglio devi ripeterti e non è facile anche se i giocatori hanno in mente che devono dare di più. Non vado a rivoluzionare tutto, vediamo se la squadra somiglia a quella dell’anno scorso, se è così non cambierò tante cose, ma metterò il mio tocco. Abbiamo parlato del 4-3-3, ho vinto al Lille, sono arrivato secondo alla Roma col 4-3-3, poi ho usato anche altri modi di gioco. Lo dico perché l’allenatore si deve adeguare alla rosa, va trovato il modulo giusto, il 4-3-3 sembra vada come un guanto a questa rosa, ma ci sono anche le analisi video, la squadra deve anche saper cambiare gioco durante la partita, voglio che i miei giocatori abbiano una cultura tattica importante per sorprendere l’avversario. Voglio dei giocatori intelligenti che possono vincere senza essere sempre sul Piano A. Cosa fare per rimanere in alto? Serve la voglia, così saremo una squadra tosta. Dobbiamo essere attenti sul piano psicologico, perchè quando vinci ti puoi addormentare un po’, ma ci sono io a dar la sveglia e a farli crescere ancora, lo farò lavorando in questa bella piazza. Non so fare altro che lavorare col mio gruppo, col mio staff e fare in modo che la squadra sia competitiva. Faremo questa cosa. Anguissa? L’ho fatto esordire io a Marsiglia, è un po’ 'il mio piccolo' anche se è una montagna fisicamente, sono molto contento di ritrovarlo, ha fatto un salto di qualità da quando è andato via dal Marsiglia, era molto giovane. E’ andato in Inghilterra, in Spagna e adesso con questa stagione in cui ha dimostrato di essere un uomo importante sul campo e nello spogliatoio, l’ho lasciato da almeno 5 anni, è un altro Frank e sono contento di ritrovarlo. Sa che forse sarò ancora più esigente con lui, perché lo conosco bene, so che può ancora migliorare. E’ un piacere ritrovarlo. In finale di Champions League, in finale di Europa League e in finale di Conference League ci sono state quest'anno tre squadre italiane: il calcio italiano è tornato in alto in Europa e nel mondo, è una bellissima cosa. Speriamo di portare in alto in Europa ancora i colori del Napoli l’anno prossimo. Per me è molto importante il progetto sportivo che ho sposato qui, volevo solo essere sicuro che il presidente volesse ancora vincere trofei e avere una squadra competitiva. Non ho avuto bisogno di fare delle domande al Presidente. Sono nel calcio da un po’ di tempo. Potrebbe essere che un giocatore ha un’offerta che non si può rinunciare e se ne va, ma nessun giocatore è insostituibile, ho fiducia nel presidente ma anche nel settore tecnico del Napoli, la sua cellula di mercato lavora tanto bene, ci sono alcuni giocatori che hanno fatto benissimo e che quasi nessuno a inizio stagione conosceva, lavoreremo insieme e faremo di tutto per fare una bella squadra. Balzaretti? Non era solo un giocatore di talento, ma un uomo di qualità e ha una bella anima, quindi non solo il gioco, la strategia, ma anche lo spirito di squadra è molto importante. Spero di trovare un gruppo, ma ne sono sicuro, per aver vinto lo scudetto può essere solo un gruppo unito che ha la fede. Questa cosa la devo tenere sul fuoco e farla vivere. La voglia di vincere ti fa scalare montagne. Se c’è un calciatore nel Napoli simile a Gervinho? Sono stato sostituito da Spalletti a Roma, arrivo a Napoli dopo di lui. Ci sono già in rosa giocatori come Gervinho, mi serve tempo di scoprire gli uomini dietro i giocatori. Non vedo l’ora di conoscerli meglio e sapere su che tasto devo spingere per motivare ognuno di loro, ma il talento c’è. Stiamo già lavorando sulla squadra, vediamo chi resta, chi potrebbe partire e come migliorare la squadra. Sono bei ricordi ma il tempo è passato e non vedo l’ora di iniziare a lavorare. Ogni singolo dell’11 che inizia è sempre importante, ma per me il cuore del mio gioco è sempre stato il centrocampo, anche la forza della squadra del Napoli che ha vinto lo scudetto era anche questa. Questa rosa ha anche dei giocatori forti che ti danno a te allenatore, da quando abbiamo 5 cambi possibili, soluzioni dalla panchina, è molto importante. Lobotka è un giocatore fantastico, mi auguro di trovare ancora in questo reparto giocatori che giocano in possesso palla ma anche che difendono subito quando l’avversario la recupera e su questo ho visto sempre gli 11 giocatori che correvano. In tante squadre ci sono una o due superstar, il bello del Napoli è che ognuno corre e il mio compito e che continuino a farlo con la palla e senza. Se ho in mente un claim? Io rispondo solo con valori, ho valori e questa squadra li deve mettere in campo: ambizione, lavoro, c'è il talento che fa differenza, ma si gioca in 11 e la rosa è di 25. Ogni giocatore è molto importante, ci sono i big, ma il giovane che arriva pure è molto importante per avere questa voglia di essere della squadra del Napoli, un senso d’appartenenza. E’ molto importante perché nel calcio attuale non ci sono giocatori che hanno iniziato e finiscono nello stesso club la carriera, ma per me è sempre importante la maglia che vesti e lo stemma sul cuore. Lo stemma, il colore della maglia e la maglia in se stessa va rispettata e bisogna dare il meglio per questo. Lasciare o togliere le bandiere in città? Il cuore dei napoletani oggi è orgoglioso e lo possono essere, raggiunge questo senso d’appartenenza, lo scudetto è stato vinto. Il presidente ha preso la squadra dalla Serie C, il club è del presidente, della squadra e dei tifosi. Giocare a Napoli è tosto, il tifo è molto importante, spinge la squadra e incide sul risultato, faremo di tutto per avere i tifosi dietro di noi e farli divertire. Lo scudetto dà più carica, sarà molto bello portare in giro la maglia dei Campioni d’Italia. Il mio compito è di essere all’altezza di questo col mio staff e con i miei giocatori. Nel club ci sono persone dello staff di qualità, ho lavorato a Roma con l’analyst video, faremo in modo di avere le competenze che già ci sono nel club e tre miei assistenti. Lo staff è molto importante, penso che siamo più forti pensando a più persone che a me stesso. Ho la guida della squadra, ma lo staff è molto importante per conoscere le squadre avversarie e anche la propria squadra. Sono sicuro che faremo un buon lavoro, che deve essere finalizzato ad avere risultati. Punteremo ad avere questo risultato”.

 

Rosa Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

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